domenica 14 novembre 2010

Giovani! ancora.

E ti ritrovi d'animo giovane.
Perché t'incazzi a tutela di uno
che ritieni colpevole;
e t'incazzi solo perché credi ancora
che anche lui abbia diritto di essere davvero
INNOCENTE
fino alla fine.

domenica 7 novembre 2010

Il mondo che vorrei

Qualcuno (e non so chi) ha detto:

"il mondo non avrà pace finchè l'ultimo re non sarà impiccato con le budella dell'ultimo prete"

sabato 19 giugno 2010

Innocenza

lo spirito ribelle,
ma il contegno retto;
la parola veloce,
ma 'l cuore acuto.

diceva, diceva.
parlava, a vanvera anche, non sempre.

centrava il cuore del problema,
anche quando era controverso poterlo capire;
anche quando insomma, strano poteva apparire
che uno ragionasse; se diceva quelle cose.

difetto: parlava, parlava
pregio: parlava, parlava
errore: al telefono, al telefono
imposto: la sedia a rotelle non era una scelta.

parlando di popper la disse;
"dobbiamo smetterla di preoccuparci delle parole e dei loro significati,
per preoccuparci invece delle teorie criticabili,
dei ragionamenti e della loro validità"

l'ispettore acuto ascoltò dall'altro capo.
certo, in codice, colpa,
processo, speranza, giudice incolto,
popper, chi cazzo è, ignoranza e crassa:
CONDANNA.

appello solitario;
stavolta su tre trova il saggio:
popper, ma come chi era, ma cazzo, ma cosa pensate, ma cazzo,
ma tutti affanculo, ispettore, organo di pubblica salute, giudice di ieri: tutti affanculo.

davvero: innocente, innocente,
innocente, innocente,
innocente, innocente,
innocente, innocente.

evviva, evviva,
evviva, evviva,
evviva....ma lei


ormai se n'è andata;
ché parlando, parlando l'ha detto
la troia, lo scazzo
e l'amava davvero.

ma lei se n'è andata.
adesso che serve?
innocente! davvero?
non conta più un cazzo.

finita la vita, ma questa.
ed è l'unica vera che avevo;
la piango, da solo,
la ride l'idiota, ignorante bastardo: spiegategli popper.

sabato 5 giugno 2010

#Scozzanta Day

E' arrivato il dì fremente
che fè grande la pulzella;
dal sorriso ch'è irridente,
ma riluce come stella

ella allieta le giornate
rinfrancando anema 'e core
col suo fare sbarazzino,
col calor di suo colore

se a mirarla ti soffermi,
come feci un dì pur'io,
si rimane quasi inermi
a guardar cotanto brìo

la cascata rossa e pazza,
che le adorna la capoccia,
creerà più di un problema
quando sorte da la doccia;

ma non è questo il pensiero
che t'avvolge a palandrana
se per caso in una calle
t'incontrassi la luana

è che invece - chiederesti -
è reale oppur chimera
senza meriti incontrare
questa #Amicadiunasera?"

e finisci più sereno
a guardar le sue twittate
anche quando hai perso un treno
o te stanno a dà mazzate.

per concludere la nenia
cara nostra #zia luana
devo dirti che i 40
non son poi tutta sta grana:
ridi, canti, magni e bevi,
leggi, scrivi, guardi un fiore
prima due, gli occhi che avevi,
ora tre: s'è aggiunto il cuore.

Se ogni tanto viè er magone
vieni a legge 'sta quartina
che, vedrai, te fa 'soride
pure senza ... valentina!

sabato 3 aprile 2010

Si cresce, morendo un pò.

nello strazio del dì di festa,
passeggio.
il tiepido sole scalda le viuzze
tra le lapidi distinte, diverse eppure uguali.

il sorriso sul maglione rosso
dimostra che avevi ragione
ed io torto.

tra loculi sontuosi,
indegni di accogliere i resti di chi fu
e i nobili resti di chi fu
che, talvolta, soverchiano ineluttabilmente
ciò che li accoglie.

una lacrima, sola, timida
e nemmeno tanto calda,
mi attraversa il viso.

e il torpore sembra,
almeno per un momento,
abbandonarmi.

domenica 21 marzo 2010

elsa morante dixit

Roma 1° maggio 1945

Mussolini e la sua amante Clara Petacci sono stati fucilati insieme, dai partigiani del Nord Italia.
Non si hanno sulla loro morte e sulle circostanze antecedenti dei particolari di cui si possa essere sicuri. Così pure non si conoscono con precisione le colpe, violenze e delitti di cui Mussolini può essere ritenuto responsabile diretto o indiretto nell’alta Italia come capo della sua Repubblica di Sociale.
Per queste ragioni è difficile dare un giudizio imparziale su quest’ultimo evento con cui la vita del Duce ha fine.

Alcuni punti però sono sicuri e cioè: durante la sua carriera, Mussolini si macchiò più volte di delitti che, al cospetto di un popolo onesto e libero, gli avrebbe meritato, se non la morte, la vergogna, la condanna e la privazione di ogni autorità di governo (ma un popolo onesto e libero non avrebbe mai posto al governo un Mussolini). Fra tali delitti ricordiamo, per esempio: la soppressione della libertà, della giustizia e dei diritti costituzionali del popolo (1925), la uccisione di Matteotti (1924), l’aggressione all’Abissinia, riconosciuta dallo stesso Mussolini come consocia alla Società delle Nazioni, società cui l’Italia era legata da patti (1935),la privazione dei diritti civili degli Ebrei, cittadini italiani assolutamente pari a tutti gli altri fino a quel giorno (1938).

Tutti questi delitti di Mussolini furono o tollerati, o addirittura favoriti e applauditi. Ora, un popolo che tollera i delitti del suo capo, si fa complice di questi delitti. Se poi li favorisce e applaude, peggio che complice, si fa mandante di questi delitti.
Perché il popolo tollerò favorì e applaudì questi delitti? Una parte per viltà, una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. Vi fu pure una minoranza che si oppose; ma fu così esigua che non mette conto di parlarne. Finché Mussolini era vittorioso in pieno, il popolo guardava i componenti questa minoranza come nemici del popolo e della nazione, o nel miglior dei casi come dei fessi (parola nazionale assai pregiata dagli italiani). Si rendeva conto la maggioranza del popolo italiano che questi atti erano delitti? Quasi sempre, se ne rese conto, ma il popolo italiano è cosìffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo tornaconto.Mussolini,uomo mediocre, grossolano, fuori dalla cultura, di eloquenza alquanto volgare, ma di facile effetto, era ed è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo.

Presso un popolo onesto e libero, Mussolini sarebbe stato tutto al più il leader di un partito con un modesto seguito e l’autore non troppo brillante di articoli verbosi sul giornale del suo partito. Sarebbe rimasto un personaggio provinciale, un po’ ridicolo a causa delle sue maniere e atteggiamenti, e offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo. Ma forse, non essendo stupido, in un paese libero e onesto, si sarebbe meglio educato e istruito e moderato e avrebbe fatto migliore figura, alla fine.
In Italia, fu il Duce. Perché è difficile trovare un migliore e più completo esempio di Italiano.

Debole in fondo, ma ammiratore della forza, e deciso ad apparire forte contro la sua natura. Venale, corruttibile. Adulatore. Cattolico senza credere in Dio. Corruttore. Presuntuoso: Vanitoso. Bonario. Sensualità facile, e regolare. Buon padre di famiglia, ma con amanti. Scettico e sentimentale. Violento a parole, rifugge dalla ferocia e dalla violenza, alla quale preferisce il compromesso, la corruzione e il ricatto. Facile a commuoversi in superficie, ma non in profondità, se fa della beneficenza è per questo motivo, oltre che per vanità e per misurare il proprio potere. Si proclama popolano, per adulare la maggioranza, ma è snob e rispetta il denaro. Disprezza sufficientemente gli uomini, ma la loro ammirazione lo sollecita.


Come la cocotte che si vende al vecchio e ne parla male con l’amante più valido, così Mussolini predica contro i borghesi; accarezzando impudicamente le masse. Come la cocotte crede di essere amata dal bel giovane, ma è soltanto sfruttata da lui che la abbandonerà quando non potrà più servirsene, così Mussolini con le masse. Lo abbaglia il prestigio di certe parole: Storia, Chiesa, Famiglia, Popolo, Patria, ecc., ma ignora la sostanza delle cose; pur ignorandole le disprezza o non cura, in fondo, per egoismo e grossolanità. Superficiale. Dà più valore alla mimica dei sentimenti , anche se falsa, che ai sentimenti stessi. Mimo abile, e tale da far effetto su un pubblico volgare.

Gli si confà la letteratura amena (tipo ungherese), e la musica patetica (tipo Puccini). Della poesia non gli importa nulla, ma si commuove a quella mediocre (Ada Negri) e bramerebbe forte che un poeta lo adulasse. Al tempo delle aristocrazie sarebbe stato forse un Mecenate, per vanità; ma in tempi di masse, preferisce essere un demagogo.

Non capisce nulla di arte, ma, alla guisa di certa gente del popolo, e incolta, ne subisce un poco il mito, e cerca di corrompere gli artisti. Si serve anche di coloro che disprezza. Disprezzando (e talvolta temendo) gli onesti , i sinceri, gli intelligenti poiché costoro non gli servono a nulla, li deride, li mette al bando.

Si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, e quando essi lo portano alla rovina o lo tradiscono (com’è nella loro natura), si proclama tradito, e innocente, e nel dir ciò è in buona fede, almeno in parte; giacché, come ogni abile mimo, non ha un carattere ben definito, e s’immagina di essere il personaggio che vuole rappresentare.
Pagina di diario, pubblicata su Paragone Letteratura, n. 456, n.s., n.7, febbraio 1988, poi in Opere (Meridiani), Milano 1988, vol. I, pp. L-LII; e anche in Alfonso Berardinelli, Autoritratto italiano, Donzelli, 1998, pp. 29-31.

se rinasco

...domani scrivo una canzone.
Forse!

mercoledì 17 marzo 2010

mercoledì 24 febbraio 2010

The truth

La verità né per violenza si toglie né per antichità si corrompe né per occultazione si minuisce né per comunicazione si disperde; perché senso non la confonde, tempo non l’arruga, luogo non l’asconde, notte non l’interrompe, tenebra non la vela

Giordano Bruno

sabato 13 febbraio 2010

Risvegli

ascoltami: il cuore s'alza,
respiri,
quando credevi mancasse ancora molto
a rivedere la superficie

lacrime, salate e buone
calde
a rigare l'anima,
che sanguina

ridi
perché, dunque, è ancora viva.