giovedì 7 giugno 2007

Attenuanti generiche.

Udienza di appello. Suono della campanella. Entra la Corte. Convenevoli. Intervento del Procuratore Generale. Parola alla difesa.
L'avvocato, schiarendo la voce baritonale, declamò: "Illustrissimo signor presidente, eccellenze della Corte! innanzitutto vi porto i saluti della mia bella Napoli."
"La Corte la ringrazia molto illustre avvocato. Lei osserva, come sempre, la proverbiale cordialità partenopea. "
Il difensore sistemò la toga sulle spalle, cambiò posto ad alcune carte sul suo tavolo e, con elegante inflessione d'accento, proseguì: "Presidente, io porgo a Lei ed alle Eccellenze al suo fianco i saluti della mia bella Napoli!"
Il presidente, con un primo impercettibile disagio, si assestò sullo scranno, guardò fugacemente con aria interrogativa i Colleghi della Corte e disse: "Grazie avvocato, grazie. Ma ora proceda pure, la ascoltiamo".
"Grazie a lei Presidente" disse il difensore, aprendo distrattamente un codice poggiato sul banco e richiudendolo di colpo, senza aver letto nulla. Rassettò ancora un pò i fogli del suo fascicolo, poi disse: "A lei, Presidente, ai Signori della Corte, ed anche Lei signor Procuratore Generale, io mi onoro di porgere i saluti della mia bella Napoli!"
Il Presidente, tra lo stizzito, il perplesso ed il dubbioso, scambiatesi loquaci occhiate tanto con i Giudici a latere quanto con il Procuratore Generale, da ultimo chiamato in causa, disse e stavolta con tono secco: "Avvocato, abbiamo capito. Prosegua con l'illustrazione della tesi difensiva!"
Senza minimamente scomporsi, il Difensore, voltandosi fugacemente verso la platea, di cui ormai aveva saldamente calamitato l'attenzione, trasse alcuni documenti dalla sua borsa professionale e, assunta una mimica facciale assai seria, proseguì: "Mi rivolgo a questo Autorevolissimo Consesso a cui, per prima cosa, devo porgere i saluti della mia bella Napoli!"
Il Presidente saltò sulla sedia, corrugò la fronte sbalordito e, certo ormai trattarsi di un palese dileggio per i Giudici, sbottò: "Avvocato, la Corte ha capito! Io la diffido dal proseguire con il prendersi gioco di noi! Lei sta pericolosamente sfiorando l'oltraggio a Magistrati in udienza! La smetta e prosegua, ammesso cha abbia qualcos'altro da aggiungere!" I Giudici a latere ed anche il Procuratore Generale, annuivano vistosamente e mostravano, con un certo sussiego, quell'aria di superiorità che talvolta solo una toga sulle spalle può consentire.
Di contro, man mano che il Presidente parlava, si disegnò progressivamente sul volto del difensore un sorriso, anzi un vero proprio ghigno, sornione, come di gatto che si lecca i baffi dopo aver trangugiato un piccolo e gustoso roditore. Con la flemma di chi ha ormai raggiunto l'obbiettivo, l'avvocato, con una cadenza quasi paterna, dimettendo il tono, disse: "Presidente, questa Corte si è innervosita (e parecchio) per il sol fatto che io La abbia omaggiata di cortesi saluti ripetendoli alcune volte ed io - continuò, adesso gridando ed alzando al cielo l'indice della mano destra - dovrei accettare che la sentenza che ho appellato neghi le attenuanti generiche al mio assistito, portatore di una palese deformità fisica, che reagì colpendo la vittima che lo aveva per tutta la vita fatto oggetto di scherno, dileggio, aggressioni verbali ed ogni nefandezza possa immaginarsi?".
Così disse l'avvocato; e toltosi di scatto la toga, inchinadosi impercettibilmente verso la Corte sbalordita, raccolse le sue carte e lasciò l'aula, che, di li a poco, avrebbe sentito echeggiare la lettura di un dispositivo, in riforma parziale della sentenza di primo grado.

martedì 5 giugno 2007

E, dunque, domani all'alba!

Riflettevo poc'anzi sul titolo di questo blog: il ragionevole dubbio. L'istinto "avvocatile", non posso negarlo, è stato il primum movens che ha alimentato la corsa delle dita sulla tastiera; eppure, strada facendo (poca, ma c'é - che goduria! per anni ho pensato cose che, non scrivendo, ho dimenticato!) mi si è vertiginosamente ampliato l'orizzonte: ma il ragionevole dubbio è solo regola giudiziaria, o puo diventare prisma di lettura dell'agire in generale? Non lo so, ma spero che qualcuno possa, magari, contribuire.

lunedì 4 giugno 2007

...e della notte.

SATOR
AREPO
TENET
OPERA
ROTAS

Riflessioni del giorno...

Tre:
1) A costo della banalità: é sempre piacevole sentire attorno a sè "solidarietà", specie se arriva improvvisa e, quasi, inattesa.
2) Se la vostra condanna/assoluzione dipende da un precedente di giurisprudenza, sperate che non sia antecedente al 1969 (provate a trovare la sentenza C. 17.12.1966, VI, Steno).
3) Avere un amico di nome Bernardo è sempre consigliabile!!

domenica 3 giugno 2007

Bagliori


Luce accecante,
penetra le dense caligini
del bosco
e oscura.
Trascende l'anima
nel solco di fresca terra
tagliato da spada
affilata.

Guardala!
fintanto che gli occhi
reggono l'affronto
e senti.

Essa disegna
cose nuove,
con nuove parole,
che già sai.

sabato 2 giugno 2007

2 giugno


Strano come quest'anno non mi abbiano svegliato i motori dei caccia tricolore in volo su Roma. Comunque, pur in assenza di rombo, oggi è certamente il 2 giugno. Non ho in realtà niente da dire, almeno adesso, sul punto, ma sapete certe cose vanno fatte a prescindere. In ogni caso buon 2 giugno a tutti.

venerdì 1 giugno 2007

Cap. I "Visti gli artt. 533 e 535 ..."

L'imputato sedeva a disagio sulla sedia scomoda di fronte alla Corte.
Il presidente lo arringò: "imputato, ci dica, lei sostiene di essere innocente, ma perché mai la teste oculare dovrebbe mentire?... e, soprattutto, chi ha ucciso questa povera ragazza se veramente non è stato lei?"
L'imputato, sentendosi addosso 16 occhi interroganti, baciato a morte dal sole che traluceva dalla tendina di un finestrone in alto, in quella surreale aula di corte d'assise, avvertì tutta l'inadeguatezza delle parole. E sì, se lo riconobbe, era a disagio! Si mosse un poco sulla sedia, quel tanto che bastava a scollargli di dosso la camicia madida, poi, dal baratro in cui si trovava (ma stranamente con voce stentorea), rivolti i suoi, di occhi, al presidente, disse: "mi condannerete, presidente, perché così avete deciso, se pensate necessaria per la mia assoluzione la risposta a domande diaboliche. Del resto, credetemi, non conosco la risposta ai vostri quesiti e, francamente, essi non hanno per me il minimo interesse. Se questo fa di me un assassino condannatemi ed io vi perdono perché agite come pensate".

Benvenuti!

Benvenuti!

O forse è meglio dire Benvenuto! visto che al momento sono il solo presente nei paraggi.
Ma, al navigatore che per caso incontrasse quest'isola nel mare magnum, dico solo questo: non è dell'uomo il potere di giudicare un altro uomo; ma poiché, per necessità, occorre farlo, che almeno lo si faccia in maniera equa!